giovedì 17 febbraio 2011

BENEDETTO XVI - 4

Il Papa : imitiamo i martiri eroi della fede.

Il Papa si chiede : perchè questi nostri fratelli martiri non hanno cercato di salvare a tutti i costi il bene insostituibile della vita? Perchè hanno continuato a servire la Chiesa, nonostante gravi minacce e intimidazioni? L'Apocalisse riporta la seguente frase :<<Essi sono coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione>>(Ap 7,13). Al vegliardo che chiede chi siano e donde vengano coloro che sono vestiti di bianco, viene risposto che sono quanti<<hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello>>(Ap 7,14). Questa frase è un riferimento preciso alla candida fiamma dell'amore, che ha spinto Cristo a versare il suo sangue per noi. In vistù di quel sangue, siamo stati purificati. Anche i martiri hanno versato il loro sangue e si sono purificati nell'amore : nell'amore di Cristo che li ha resi capaci di sacrificarsi a loro volta per amore. Gesù ha detto : <<Nessuno ha un amore più grande di questo : dare la vita per i propri amici>>(Gv 15,13). Sacrificando la vita per il regno si diventa amici di Cristo; così ci si conforma a Lui, accettando il sacrificio fino all'estremo, senza porre limiti al dono dell'amore e al servizio della fede. Ricordando i cristiani caduti sotto la violenza totalitaria del comunismo, del nazismo, quelli uccisi in America, Asia, Oceania, Spagna, Messico, Africa ripercorriamo idealmente molte dolorose vicende del secolo passato. Non pochi, di quelli che compivano la missione evangelizzatrice, si sono immolati per non abbandonare i bisognosi, i poveri, i fedeli loro affidati, non temendo minacce e pericoli. Giovanni Paolo II, nella celebrazione ecumenica giubilare per i nuovi martiri, tenutasi il 7 maggio del 2000, ebbe a dire che questi nostri fratelli e sorelle nella fede costituiscono un affresco delle Beatitudini, vissuto fino allo spargimento di sangue. E' vero : apparentemente sembra che la violenza, i totalitarismi, la persecuzione, la brutalità cieca si rivelino più forti, mettendo a tacere la voce dei testimoni della fede, che possono umanamente apparire come sconfitti della storia. Ma Gesù risorto illumina la loro testimonianza e comprendiamo così il senso del martirio. Afferma in proposito Tertulliano : << noi ci moltiplichiamo ogni volta che siamo mietuti da voi : il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani>>. Nella sconfitta, nell'umiliazione di quanti soffrono a causa del Vangelo, agisce una forza che il mondo non conosce : <<Quando sono debole - esclama l'apostolo Paolo -, è allora che sono forte>>(2Cor 12,10). E' la forza dell'amore, inerme e vittorioso anche nell'apparente sconfitta. E' la forza che sfida e vince la morte.
Emmanuele
Fonte : Avvenire dell' 8 Aprile 2008

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