martedì 19 settembre 2017

UNA DOTE RARA: LA DIGNITA'



C'è una dote diventata sempre più rara: ed è la dignità. Dignità nel dolore, nella sfortuna, nella vittoria, nella sconfitta, in amore. Forse le comodità della vita ci hanno rammollito, forse chiediamo troppo al destino, forse i calmanti e le medicine ci hanno disabituato alla sofferenza, forse abbiamo dimenticato gli ideali; è certo, comunque, che pochi, oggi sanno portare con dignità, cioè con serena fermezza, i guai e i trionfi, le delusioni e i successi.




            Essere poveri e tuttavia non passare i giorni a piagnucolare sui soldi che non bastano: questa è dignità. Essere ricchi, forti, baciati dalla fortuna, e tuttavia mantenersi umili e cordiali: questa è dignità. Soffrire per un malanno, per una sventura, per l'inganno di una persona creduta amica, e tuttavia non degradarsi, non lamentarsi con chiunque, non inveire: questa è dignità.

            Ma in amore soprattutto la dignità è la virtù più bella e più rara. E' la dignità che impedisce ad un uomo di avvilirsi fino al ridicolo davanti alla ragazza che lo respinge, che impone alla donna d'aver rispetto di se stessa e del proprio corpo, che trattiene l'uomo dalla volgarità degli eccessi, che dà alla donna innamorata la forza di accettare senza isterismi, senza scenate, senza lacrime penose, la delusione di un amore sbagliato. Dignità: è la dote dei forti. Ma  esistono ancora uomini e donne forti?

FONTE: V. BUTTAFAVA, Una stretta di mano e via, BUR

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