mercoledì 28 dicembre 2016

NATALE: IL MITO DIVENTA REALTA'



             C'è chi dice che la nascita di Gesù qui sulla terra, qui in mezzo a noi, sia un mito e quindi non è successo nella realtà, cioè non è un fatto reale, veramente accaduto, ed è  quindi un'invenzione mitica.
            Invece la nascita di Gesù, qui tra di noi, su questa Terra, è un fatto storico, cioè realmente accaduto perché ci sono delle fonti che ce ne danno testimonianza, come i quattro Vangeli, i quali sono confermati nella loro autenticità, dai reperti ritrovati nelle grotte di Qumran.


            C'è chi dice che la venuta di Cristo sulla Terra è un mito. Sentiamo come John Hick, un autore inglese, parla di questo mito: <<Un mito  è un'immagine che viene applicata a una persona o una cosa, e che però non gli corrisponde alla lettera, ma provoca piuttosto negli ascoltatori un determinato comportamento o un determinato atteggiamento>>.

            La differenza fra mito e storia cristiana non è semplicemente quella fra il falso e il vero. I miti non sono semplicemente falsi, per il fatto di essere miti.

            Si dice <<che il dimorare di Dio (in mezzo al suo popolo) è lo scopo finale del piano divino della creazione, che era già stabilito all'inizio della creazione>>. Dio è considerato fondamentalmente a partire dalla sua dimora fra gli uomini : Egli <<fondamentalmente è colui che dimora fra gli uomini>>.

            La fede cristiana nell'incarnazione di Dio si pone in questa linea di speranza e attesa.

            Dio per amore del suo popolo è disceso dal cielo, ha cercato per se sulla terra il posto più umile a ha rimpicciolito la sua infinita grandezza in un piccolo spazio nel mondo, povero e umile ha rinunciato al suo onore, ha fatto da servo per gli uomini, e infine ha condiviso nel più profondo il dolore del suo popolo, in modo reale: tutto questo può affermarlo non solo la fede degli Ebrei, ma appartiene anche al patrimonio fondamentale della fede cristiana>>.

            <<Dio è nella carne ..., per ricondurre a se l'umanità intera, attraverso la Sua carne, simile alla nostra>>. Basilio il Grande - che ha scritto queste parole per una predica di Natale - celebra così il compimento della promessa dell'Antico Testamento nella nascita corporea di Cristo. Vi ritroviamo il motivo di Dio che discende, per far ascendere (Es 3,8)

            Karl Barth ha affermato a proposito del dogma della nascita verginale:<<La Chiesa sa bene ciò che ha fatto, ponendo questo dogma, per così dire, come guardia alla porta del mistero del Natale>>

            Il concepimento di Gesù per opera dello Spirito Santo non è qualcosa che può essere posto sul mercato della pubblica curiosità come una qualsiasi novità. Se facciamo il tentativo di parlarne, allora il nostro linguaggio deve essere commisurato all'intimità e alla segretezza di questo avvenimento.

            Nella grande profezia di Isaia, che ci è familiare dalla liturgia di Natale, viene promesso un nuovo germoglio di Davide: <<un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.

            Questo viene detto in modo molto esplicito nella famosa profezia al re Acaz a proposito della nascita dell'Emmanuele: il vero germoglio di Davide, che qui viene promesso (<<ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele>>), non è più un figlio carnale della <<casa di Davide>>, ma un nuovo re che deve venire nascostamente che sarà chiamato: <<Dio con noi>>.

La Divinizzazione è la meta dell'uomo nuovo.

            Il prefazio della festa di Natale indica come ultimo fine dell'incarnazione la <<divinizzazione>> dell'uomo: <<Perché tu hai portato a compimento un mirabile scambio; il tuo Verbo divino è divenuto un uomo mortale, e noi uomini mortali riceviamo in Cristo la vita divina>>. Il motivo del <<mirabile scambio>> percorre l'intera liturgia di Natale. Così si dice, per esempio, nell'orazione del giorno di Natale: <<Fa che possiamo aver parte alla divinità di tuo Figlio, che ha voluto assumere la nostra natura umana>>.

<<Dio è divenuto uomo perché l'uomo divenga Dio>>

            Troviamo ancora il tema in Angelo Silesio: Sì, pensate un pò, Dio diviene me e viene nella miseria, così che io giunga nel Regno, e possa diventare Lui.

            Il fine dell'incarnazione di Dio è la divinizzazione dell'uomo. Ma la via verso questa meta non può essere altro che quella che ha percorso il Figlio di Dio, divenendo uomo per noi.

FONTE:Autore: Card. Christoph Schonborn; Titolo: Natale il Mito diventa realtà. Meditazioni sull'incarnazione.; Editore: ESD

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