C'è
chi dice che la nascita di Gesù qui sulla terra, qui in mezzo a noi, sia un
mito e quindi non è successo nella realtà, cioè non è un fatto reale, veramente
accaduto, ed è quindi un'invenzione
mitica.
Invece la nascita di Gesù, qui tra
di noi, su questa Terra, è un fatto storico, cioè realmente accaduto perché ci
sono delle fonti che ce ne danno testimonianza, come i quattro Vangeli, i quali
sono confermati nella loro autenticità, dai reperti ritrovati nelle grotte di
Qumran.
C'è chi dice che la venuta di Cristo
sulla Terra è un mito. Sentiamo come John Hick, un autore inglese, parla di
questo mito: <<Un mito è un'immagine
che viene applicata a una persona o una cosa, e che però non gli corrisponde
alla lettera, ma provoca piuttosto negli ascoltatori un determinato
comportamento o un determinato atteggiamento>>.
La differenza fra mito e storia
cristiana non è semplicemente quella fra il falso e il vero. I miti non sono
semplicemente falsi, per il fatto di essere miti.
Si dice <<che il dimorare di
Dio (in mezzo al suo popolo) è lo scopo finale del piano divino della
creazione, che era già stabilito all'inizio della creazione>>. Dio è
considerato fondamentalmente a partire dalla sua dimora fra gli uomini : Egli
<<fondamentalmente è colui che dimora fra gli uomini>>.
La fede cristiana nell'incarnazione
di Dio si pone in questa linea di speranza e attesa.
Dio per amore del suo popolo è
disceso dal cielo, ha cercato per se sulla terra il posto più umile a ha
rimpicciolito la sua infinita grandezza in un piccolo spazio nel mondo, povero
e umile ha rinunciato al suo onore, ha fatto da servo per gli uomini, e infine
ha condiviso nel più profondo il dolore del suo popolo, in modo reale: tutto
questo può affermarlo non solo la fede degli Ebrei, ma appartiene anche al
patrimonio fondamentale della fede cristiana>>.
<<Dio è nella carne ..., per
ricondurre a se l'umanità intera, attraverso la Sua carne, simile alla
nostra>>. Basilio il Grande - che ha scritto queste parole per una
predica di Natale - celebra così il compimento della promessa dell'Antico
Testamento nella nascita corporea di Cristo. Vi ritroviamo il motivo di Dio che
discende, per far ascendere (Es 3,8)
Karl Barth ha affermato a proposito
del dogma della nascita verginale:<<La Chiesa sa bene ciò che ha fatto,
ponendo questo dogma, per così dire, come guardia alla porta del mistero del
Natale>>
Il concepimento di Gesù per opera
dello Spirito Santo non è qualcosa che può essere posto sul mercato della
pubblica curiosità come una qualsiasi novità. Se facciamo il tentativo di
parlarne, allora il nostro linguaggio deve essere commisurato all'intimità e
alla segretezza di questo avvenimento.
Nella grande profezia di Isaia, che
ci è familiare dalla liturgia di Natale, viene promesso un nuovo germoglio di
Davide: <<un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio.
Questo viene detto in modo molto
esplicito nella famosa profezia al re Acaz a proposito della nascita
dell'Emmanuele: il vero germoglio di Davide, che qui viene promesso
(<<ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà
Emmanuele>>), non è più un figlio carnale della <<casa di
Davide>>, ma un nuovo re che deve venire nascostamente che sarà chiamato:
<<Dio con noi>>.
La
Divinizzazione è la meta dell'uomo nuovo.
Il prefazio della festa di Natale
indica come ultimo fine dell'incarnazione la <<divinizzazione>>
dell'uomo: <<Perché tu hai portato a compimento un mirabile scambio; il
tuo Verbo divino è divenuto un uomo mortale, e noi uomini mortali riceviamo in
Cristo la vita divina>>. Il motivo del <<mirabile scambio>>
percorre l'intera liturgia di Natale. Così si dice, per esempio, nell'orazione
del giorno di Natale: <<Fa che possiamo aver parte alla divinità di tuo
Figlio, che ha voluto assumere la nostra natura umana>>.
<<Dio
è divenuto uomo perché l'uomo divenga Dio>>
Troviamo ancora il tema in Angelo
Silesio: Sì, pensate un pò, Dio diviene me e viene nella miseria, così che io
giunga nel Regno, e possa diventare Lui.
Il fine dell'incarnazione di Dio è
la divinizzazione dell'uomo. Ma la via verso questa meta non può essere altro
che quella che ha percorso il Figlio di Dio, divenendo uomo per noi.
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