Proseguiamo
la delucidazione dei molteplici modi attraverso cui la famiglia è estremamente
benefica per le imprese e per l'economia. Dunque la crisi della famiglia
comporta crisi economiche.
L'economia ha bisogno di etica
altrimenti rischia di crollare: è ormai risaputo che la crisi economica
mondiale è stata determinata anche da un pesante deficit etico. Il fallimento
di Lehman Brothers e la crisi economica della Grecia, sono stati causati sia da
malversazioni ed operazioni disoneste di alcuni manager, imprenditori e
politici, sia da uno stile di vita sregolato, come ha spiegato recentemente
Massimo Introvigne, in quanto moltissimi occidentali hanno coltivato uno stile
di vita basato sui debiti allegri che non ci si può più permettere, così che,
solo con quella che il Papa chiama una nuova sobrietà di vita, sarà possibile
almeno frenare la crisi. L'economia ha bisogno di etica e la famiglia insegna
le virtù.
L'economia è debole in una situazione
di violenza e criminalità. Ora, dove si sfascia la famiglia dialogano proprio
la violenza e la criminalità.
L'economia ha bisogno di attori
economici che non siano poveri, che possano comprare. Ora, lo sfascio della
famiglia incrementa la povertà.
L'economia cresce se i lavoratori sono
esseri umani psicologicamente sereni e preparati. La ricercatrice R. O'Neill ha
rilevato i seguenti dati. I bambini che vivono con un solo genitore, rispetto
ai bambini che vivono con entrambi i genitori, hanno una probabilità tre volte
maggiore di conseguire cattivi risultati a scuola, un più alto tasso di
bocciature e di abbandono scolastico, minori probabilità di laurearsi, il
doppio dei rischi di contrarre malattie psicosomatiche e di avere la
depressione o comportamenti antisociali ed il triplo di probabilità di avere
problemi relazionali.
Lo Stato può aiutare le imprese quanto
più non ha costi sociali da assorbire. Ebbene, la famiglia assiste i malati e
gli anziani e si sobbarca dei costi enormi che altrimenti graverebbero sullo
Stato.
La diminuzione delle nascite, talvolta
al disotto del cosiddetto "indice di sostituzione", mette in crisi
anche i sistemi di assistenza sociale, ne aumenta i costi, contrae
l'accantonamento di risparmio e di conseguenza le risorse finanziarie necessarie
agli investimenti. Quando la famiglia si sfascia i conti sociali diventano
spaventosi.
Per esempio,
in Gran Bretagna è stato calcolato che il costo dello sfacelo della famiglia è
di circa 20 miliardi di sterline all'anno, a causa dei bambini da prendere in
carico, delle persone che restano senza casa, di quelle che finiscono nelle
spire della droga, a causa dell'aumento della criminalità, delle numerosissime
domande per i servizi sanitari, del bisogno maggiore di insegnamenti di
sostegno nelle scuole, ecc... E negli Stati Uniti si calcola che ogni
matrimonio che fallisce comporta un costo sociale che va dai 50.000 ai 100.000
dollari.
I Paesi che in passato sono diventati
grandi nazioni << hanno potuto uscire dalla miseria anche grazie al
grande numero e alle capacità del loro abitanti>>, mentre la crisi
demografica <<riduce la disponibilità dei lavoratori qualificati,
restringe il bacino dei "cervelli" a cui attingere per le necessità
della Nazione>> (Caritas in veritate, N.44)
Similmente, l'inverno demografico
diminuisce il livello generale di imprenditorialità, la quale porta alla
creazione di nuovi posti di lavoro ed incrementa il fatturato. Infatti,
l'imprenditorialità è molto correlata ai figli: chi investe in un'attività
produttiva e continua a farlo ha in mente chi proseguirà in quest'opera; ma se
non ha figli l'interesse e la voglia di investire diminuiscono. Parimenti,
l'invecchiamento della popolazione determina quello della forza lavoro e della
capacità di utilizzare le nuove tecnologie e ciò determina la perdita di
competitività con le nazioni che hanno più giovani.
Si può comprendere la giustezza della
seguente affermazione della Caritas in veritate: è <<una necessità
sociale, e perfino economica, proporre ancora nelle nuove generazioni la
bellezza della famiglia e del matrimonio, la rispondenza di tali istituzioni
alle esigenze più profonde del cuore e della dignità della persona. In questa
prospettiva, gli Stati sono chiamati a varare politiche che promuovano la
centralità e l'integrità della famiglia, fondata sul matrimonio tra un uomo e
una donna, prima e vitale cellula della società, facendosi carico anche dei
suoi problemi economici e fiscali, nel rispetto della sua natura
relazionale>> (n.44).
EMMANUELE
Fonte:
rivista "IL TIMONE"
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