giovedì 20 agosto 2015

SOLO UNA BARZELLETTA...

“Un cristiano praticante, una spogliarellista e una prostituta entrano insieme in un bar. Il barista li vede e dice: “Ma cos’è una barzelletta?”


Anche per noi sarebbe così? Che cristiani siamo? Di serie A o di serie B?
E’ sempre più facile essere cristiani solo sulla carta, quando poi arriva il momento di dimostrarlo (in ogni momento), non siamo più in grado di dare un segno tangibile della nostra fede, del nostro credo.
Ritengo utile rileggere con molta attenzione il vangelo di Giovanni al capitolo 8.

Gv 8, 1-11
In quel tempo, Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi. Ma al mattino si recò di nuovo nel tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare loro. Allora gli scribi e i farisei gli condussero una donna sorpresa in adulterio, la posero in mezzo e gli dissero: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio. Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?». Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra. Tuttavia, poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei». E, chinatosi di nuovo, scriveva per terra. Quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani. Lo lasciarono solo, e la donna era là in mezzo. Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?». Ed ella rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
Nel caso della nostra barzelletta è importante la domanda del barista…. Perché deve aprire non solo gli occhi al nostro atteggiamento, ma soprattutto il nostro cuore verso il prossimo.
Siamo in grado, non dico di perdonare, ma di accogliere?
Negli ultimi mesi ad esempio Papa Francesco si è soffermato sui separati e divorziati, sostenendo che la Chiesa non deve trattarli come degli scomunicati. E noi? Come trattiamo coloro che fanno fatto “scelte” diverse dalle nostre? Che posizione hanno nel nostro cuore? Abbiamo il coraggio di domandare a Dio un posto per loro?
Tobia


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