Se è vero che ogni momento è adatto per parlare di Gesù, è vero che anche
lo sport è un ottimo veicolo di evangelizzazione…
Tobia
– Don Rabino – Il cappellano dello sport
La scomparsa di Don Aldo Rabino, 76
anni, sacerdote dal 1968, e cappellano del Torino da 44 anni, non ha
rappresentato soltanto una “scossa” per l’ambiente granata. La sua fama,
infatti, superava ampiamente i confini territoriali.
Lui, salesiano, tornato
improvvisamente da Gesù, di notte, stroncato da un infarto, proprio nei giorni
del Bicentenario della nascita di Don Bosco. Lui che, come Don Bosco, era legatissimo
all’ambiente dell’oratorio, occasione di incontro fra Fede e sport.
Dopo la visita di Papa Francesco, a
Torino, aveva dichiarato: “Il Pontefice ha richiamato tutti, noi salesiani in
particolare, a non trascurare lo sport come “opportunità”, perché, nonostante i
tanti problemi, che si porta appresso, continua ad essere la realtà, che attira
di più i giovani e le masse”.
Ecco perché, a molti, l’accostamento
fra Fede e sport sembra assurdo, mentre invece, riportando lo sport ai valori
primordiali, può essere essenziale, come sapeva spiegare con lucidità.
“Lo sport induce i ragazzi a
diventare disponibili ad accettare regole, allenatori, società e compagni anche
sgraditi. Li rende propensi a seguire, nella fase cruciale della crescita,
figure adulte”.
Raramente ho conosciuto un
ecclesiastico così pragmatico, nel rimanere “dentro il mondo”, senza farsi
contaminare. Il suo approccio iniziale, con i nuovi giocatori, era sempre: “Chi
sei? Come stai? Da dove vieni? Hai qualche problema? Hai bisogno di qualcosa?”.
Il contatto spirituale arrivava solo dopo, conquistata la fiducia.
E’ come se fosse venuto meno un
insostituibile “simbolo”, in grado di incarnare lo spirito di questi miei
articoli, che tentano, almeno in linea teorica, al cospetto della sua inarrivabile
pratica, di percorrere la stessa strada.
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