domenica 10 marzo 2013

PRINCIPI NON NEGOZIABILI : VITA

Per condividere i principi non negoziabili non serve essere per forza cristiani, lo possono capire anche i non credenti. Ce lo confermano, per esempio, Oriana Fallaci, Norberto Bobbio, ecc..

“L’espressione <<valori non negoziabili>> è divenuta corrente nel dibattito pubblico dopo un famoso discorso del 30 marzo 2006 fatto ai politici del Partito Popolare Europeo da Benedetto XVI, che ha insistito molte volte sul valore incommensurabile di questi beni.”

I valori non negoziabili corrispondono, grosso modo, alla legge morale naturale inscritta nel cuore di ogni uomo.

“E i beni- valori non negoziabili sono la vita, la famiglia, la libertà di educazione e la libertà religiosa ed esigono una somma tutela, dando luogo a dei diritti importantissimi, per esempio il diritto alla vita.

I beni non negoziabili hanno la preminenza su altri valori, pur importanti e preziosi, come la giustizia sociale, l’eleminazione della povertà, la solidarietà, l’accoglienza degli stranieri, la pace, ecc... Meglio: non soltanto sono gerarchicamente preminenti rispetto agli altri e non si possono mettere su un piatto della bilancia collocando sull’altro piatto gli altri valori (sarebbe come pesare con una bilancia a due piatti l’oro e l’argento: sono entrambi preziosi, ma l’oro lo è di più), ma, negando i primi, si negano anche i secondi.”

Se non si ha sensibilità per una vita nascente come si potrà avere snsibilità per i valori conseguenti della vita?

“Infatti, che senso ha parlare di accoglienza degli immigrati se non si accoglie la vita, cosa che avviene tralasciando di combattere, o (peggio ancora) praticandoli, l’aborto e l’eutanasia, i quali uccidono l’essere umano nel grembo materno e il malato o il disabile? E, similmente, che senso ha parlare di difesa  dei deboli, poveri e indifesi se non si difendono o (peggio ancora) si uccidono gli esseri umani più deboli, poveri e indifesi, cioè quelli nel grembo materno o in stato di incoscienza?”

La società è basata sulla famiglia, la cellula più piccola di essa, che è unione tra un uomo ed una donna ed all’interno della quale vivono i principi.

“Nonostante i molti divorzi, ci sono dati inopugnabili sulla maggiore tenuta del matrimonio rispetto alle convivenze, cosicchè i “pacs” (o i “dico” progettati dall’allora ministro Rosy Bindi) non solo terminano molto più facilmente dei matrimoni, ma inoltre indeboliscono il matrimonio stesso, perchè creano una forma di relazione più attraente ( dato che comporta per i conviventi quasi gli stessi diritti dei cognugi, senza quasi nessuno dei loro doveri) che gli è alternativa e concorrenziale.

Quando si sfasciano le famiglie, la povertà, l’emarginazione, la sofferenza psichica e la delinquenza aumentano spaventosamente.

<<Ogni altro valore necessario al bene della persona e della società germoglia e prende linfa dai primi>>, dai valori non negoziabili. Ed <<Ecco perchè nel “corpus” del bene comune non vi è un groviglio di equivalenze valoriali da scegliere a piacimento, ma esiste un ordine e una gerarchia costitutiva>>.”

In Cina c’è una politica di controllo delle nascite aggredendo la vita più fragile: il nascituro appena fecondato, ma non solo. Questa aggressione avviene anche in Occidente.

“L’aborto è l’assassinio, cioè l’uccisione volontaria di uomini non aggressori e non combattenti. L’essere umano non aggressore e non combattente ha un diritto alla vita inviolabile perchè, come ha detto icasticamente Kant, mentre le cose hanno un prezzo, che è misurabile, gli uomini non hanno prezzo, bensì una  dignità-preziosità incommensurabile. Del resto, sulla clamorosa malvagità dell’assassinio c’è ancora abbastanza consenso, anche se per molti l’aborto non è omicidio.

Anche se molti non ne sono consapevoli è l’uccisione di un uomo e il fatto che talvolta maturi in circostanze drammatiche è un’attenuante, ma non una scusante; ovviamente è molto più grave quando avviene per ragioni futili. Non c’è bisogno di essere credenti per condannarli.

Data la preziosità dei valori non negoziabili fin qui argomenteta laicamente (ribadiamolo), una legge che li calpesta è un cancro sociale. Così, da un lato, un politico che la promuove non dev’essere votato e sponsorizzato. Chi lo fa ( anche se lo facesse perchè quel politico promuove altri valori) è (nella misura del suo voto e del sostegno che ha dato) corresponsabile delle conseguenze nefaste della legge promossa da quel politico. E’ per questi motivi laici che la Chiesa condanna aspramente chi vota questi politici e queste leggi. Come dice la Evangelium vitae di Giovanni Paolo II <<Nel caso di una legge intrinsicamente ingiusta, come è  quella che ammette l’aborto o l’eutanasia, non è mai lecito conformarsi ad essa, “nè partecipare ad una campagna di opinione in favore di una legge siffatta,  nè dare ad essa il suffragio del proprio voto”>>. E <<la coscienza cristiana ben formata non permette a nessuno di favorire con il proprio voto l’attuazione di un programma politico o di una  singola legge in cui i contenuti fondamentali della fede e della morale siano sovvertiti>>.”

Emmanuele
Fonte: IL TIMONE (del Dicembre 2011)

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