sabato 2 marzo 2013

L'EUROPA CHE E'. PARTE SECONDA

Dopo la guerra, l’Europa ha perso non solo la supremazia militare ed economica, ma in misura ancora maggiore la sua vecchia posizione di leadership spirituale.
L’Europa esisteva prima delle nazioni che solo in Europa e attraverso l’Europa sono nate. L’Europa non è un’unità naturale, come l’Australia; è il risultato di un lungo processo di evoluzione storica e di sviluppo sociale. Tutte le nazioni occidentali possiedono una comune storia spirituale, che ha le sue radici nel cristianesimo e nelle tradizioni della civiltà classica. La nostra civiltà ha una tradizione definitamente politica. Ha ereditato dal mondo greco-romano le concezzioni classiche di legge, di cittadinanza e di libertà politica.
La grande calamità della nostra società moderna non è tanto la mancanza di denaro, quanto il fatto che questa condanna un uomo a un’esistenza squallida e incompleta. Anche se avesse denaro, magari in quantità, questi rischierebbe di condurre ancora una vita incompleta e limitata, perchè tutto il nostro ordine sociale è diretto a fini economici piuttosto che spirituali. La visione cristiana della vita, dall’altro lato, mette in secondo piano le cose economiche. Cercate piuttosto il Regno di Dio, e tutto il resto vi sarà dato in aggiunta. I mali della società moderna non scaturiscomo dalla povertà; di fatto la società oggi è probabilmente più ricca in ricchezza materiale di ogni altra società mai esistita. Ciò di cui soffriamo è la mancanza di adattamento sociale e l’incapacità di subordinare i beni materiali ed economici a quelli umani e spirituali.
Il problema vitale della democrazia è il problema della leadership spirituale. Abbiamo bisogno di uomini che siano qualcosa di più di astuti manipolatori della macchina politica o economica, uomini che non rappresentino il successo o l’efficenza materiale, ma i vecchi ideali cristiani di fede, di speranza e di carità. Non è solo la gente religiosa a percepirlo. Perfino uno scettico integrale e modernista come Bernard Russell è perfettamente convinto quanto noi che se la società moderna continua ad anteporre il potere e l’efficenza economica ai valori spirituali, finirà nel disastro. Di conseguenza, la nuova società che sta sorgendo, basata sulla pura tecnologia economica e scientifica, è una società che è << incompatibile della con la ricerca del vero, con l’amore, l’arte, con ogni ideale che gli uomini hanno finora preferito, facendo la sola eccezzione della rinuncia ascetica>>.
Non possiamo non riconoscere che proprio l’elemento religioso della cultura occidentale è oggi il più contestato. La maggior parte degli uomini, di qualunque convinzione politica, è pronta ad accettare la scienza, la democrazia e l’umanitarismo come elementi essenziali della civiltà moderna, ma è assai meno disposta ad ammettere l’importanza della religione in generale e del cristianesimo in particolare. Sia in Europa che in America vi è un forte movimento antireligioso, comprendente molti dei più capaci scrittori moderni e alcuni uomini di scienza, che tenta non solo di distruggere la religione, ma anche di rivoluzionare la morale e di screditare gli ideali etici che hanno fino a ora ispirato al società occidentale.
L’autore del libro pensa possano esservi pochi dubbi sul fatto che l’attuale fase di intensa secolarizzazione sia temporanea e che sarà seguita da una reazione di grande portata.
Nel mondo materiale, l’uomo deve conformarsi alle cose reali, altrimenti perirà. Lo stesso vale nel mondo spirituale. Viene per primo Dio, non l’uomo. Egli è più reale di tutto l’universo esteriore. L’uomo passa, imperi e civiltà sorgono e cadono, le stelle invecchiano, Dio rimane.
         Oggi si erge ancora, come sotto l’Impero romano, a rappresentare, in un mondo che cambia, un ordine spirituale immutabile. Questo è il motivo per cui, scrive l’autore, io credo che la Chiesa, che ha costruito l’Europa, possa ancora salvarla.

Emmanuele
Fonte:
Autore: CHRISTOPHER H. DAWSON
Titolo: IL DILEMMA MODERNO
Editrice: LINDAU




(prima parte)

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