mercoledì 18 aprile 2012

LA FEDE DIMOSTRATA OGNI GIORNO


  Quando, dimostrare   davanti al resto del mondo di essere cristiani può essere scambiato per semplice “autocelebrazione”?

Interessante è la riflessione che ci propone Carlo Nesti, il noto giornalista sportivo e autore di libri come “Il mio psicologo si chiama Gesù” (ed. Sanpaolo), sulla figura di un famoso giocatore di football americano.
Ogni mese ci proporrà un suo pensiero che potrete anche trovare sul suo sito www.carlonesti.it, non possiamo che ringraziarlo pubblicamente per questa opportunità e assicurargli le nostre preghiere. Grazie Carlo!

                           
TEBOW: IL “PROFETA” DEL FOOTBALL AMERICANO


“Cantate a Dio, inneggiate al suo nome, spianate la strada a chi cavalca le nubi: «Signore» è il suo nome, gioite davanti a lui” (Sal 68,5). Non esiste un solo capitolo della Bibbia, in cui venga negata la bellezza di inneggiare a Dio, davanti a tutti. Eppure, proprio nell’era della iper-informazione, c’è un problema in più.
Il mondo è secolarizzato, e il relativismo impone, troppo spesso, l’”etica fai da te”: ciascuno per se stesso, nessuno per gli altri. Evviva, se qualcuno rompe la monotonia, e parla di spiritualità, in un mare di materialismo, no? E, invece, il rischio è quello di passare per esibizionisti, in particolare se si è noti.

Si sospetta che un certo personaggio voglia “rifarsi il lifting professionale”, mostrarsi con un nuovo “look”, anche ideologico, per espiare vecchi peccati. Avete presente Nicola Legrottaglie, Paolo Brosio e Claudia Koll? Dite la verità: in quanti avete dubitato della loro sincerità? Io li conosco: siete fuori strada.                
Che poi comportarsi da “buoni cristiani”, e appellarsi a valori ampiamente condivisibili, aiuti la propria “immagine”, è scontato. Ma Gesù avrebbe dovuto curarsi dell’invidia di chi lo vedeva “perfetto”, e rinunciare alla predicazione? Agli uomini non va mai bene niente, e talvolta, fregarsene è un diritto. 
Esempio: Tim Tebow, grande e leggendario campione di football americano. Lui non si accontenta di essere un asso del suo sport. Lui vuole sfruttare la popolarità per diffondere la Parola di Gesù, e diventa il simbolo del moderno cattolicesimo statunitense. Dovrebbe nascondersi, e non esternare la sua Fede?                                     
Il pericolo è un altro, ed è da cercare intorno a chi si espone. Quando, a Pasqua, ha parlato davanti a 15 mila persone, sulla collina alle porte di Georgetown, Joe Champion, organizzatore, ha detto: “Nel cristianesimo, oggi, ci sono il Papa e Tebow. Non avevamo abbastanza spazio per il Papa”. Booooooom! Esagerato!

L’accesso ai media è stato limitato ai primi minuti della predica, e le tivù non hanno potuto trasmettere in diretta. Perché? Se vengono adottate le stesse regole “esclusive” dello sport business, anche quando il tema è Gesù, significa che lo sport business è più importante di Gesù. Ecco: questo non lo tollero.         
  
 scheda di Tim Tebow
 Timothy Richard, soprannominato Tim, Tebow (Makati, 14 agosto 1987) è un giocatore di football americano statunitense, che ricopre il ruolo di quarterback, nella National Football League, per i New York Jets. Autentica “leggenda”, è valutato, a livello di college, tra i principali quarterback di sempre. Tebow viene scelto come venticinquesimo assoluto, nel corso del Draft NFL 2010, dai Denver Broncos. Milita nei Florida Gators, squadra rappresentativa dell'università della Florida. Nel 2007 vince il prestigiosissimo Heisman Trophy, premio riservato al miglior universitario dell'anno. Il posto da titolare di Tebow vacilla all'alba della stagione 2012, quando il vicepresidente Elway organizza un incontro col quarterback free agent Peyton Manning. Il 19 marzo, Manning decide di firmare proprio per i Broncos, e Tim passa ai New York Jets, dove, immediatamente, si apre il dibattito su chi deve essere il titolare tra lui e Mark Sanchez. Al di là dello sport, Tebow è considerato il simbolo del moderno cattolicesimo americano, attraverso le parole semplici e dirette di un campione, che non nasconde la propria Fede.


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