In un'
epoca come la nostra segnata dall’attivismo trovano eco le parole di Chiara
Lubich che descrive bene come non sia mportante quanto si faccia, ma come lo si
fa.
Vi è mai capitato di tornare a casa la sera stanchi e vuoti? Vi è mai
capitato di fare tanto bene e di sentirvi, nonostante tutto, ugualmente tristi?
Vi proponiamo la lettura di una breve riflessione di Chiara Lubich tratta dal
libro intitolato “Ogni momento è un dono” (ed. Città Nuova), nella speranza che
possa essere di aiuto per vivere bene questa Quaresima e non solo…. “Per il
cristiano non vale il tanto che fa, ma il come lo fa. Nemmeno Gesù storico ha
cambiato il mondo. Anzi, a volte, sembrò fallire. L’importante è adempiere quel
piano che Dio ha su di noi, e non di più, e certamente però non di meno.
Lavoriamo al nostro posto, adorando la sua volontà che ci obbliga non solo
all’attimo presente nel tempo, ma ad un solo particolare dell’opera che
dobbiamo compiere nel mondo. Certo, se fra noi siamo disuniti, come tanti
pezzetti staccati, avremo l’impressione di concludere piuttosto poco. Ma se
siamo uniti, quello che fa uno lo si vede in funzione di quanto fanno gli
altri. E allora ogni azione sembrerà acquistare ampiezza e respiro, non dico
universale – è piccolo l’universo di fronte al Celo-, ma celeste. Amiamo dunque
quel sorriso da donare, quel lavoro da svolgere, quella macchina da guidare,
quel pasto da preparare, quell’attività da organizzare, quella lacrima da
versare per Cristo nel fratello che soffre, quello strumento da suonare, quell’articolo
o lettera da scrivere, quell’avvenimento lieto da condividere festosamente,
quel vestito da ripulire… Tutto, tutto può diventare strumento per dimostrare a
Dio e ai fratelli il nostro amore. Tutto è stato cnsegnato nelle nostre mani e
nel nostro cuore, come il crocifisso al missionario, per l’evangelizzazione che
dobbiamo operare nel mondo.”
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