sabato 31 marzo 2012

DOMENICA DELLE PALME RITO AMBROSIANO (GV 11, 55-12,11)


LO SGUARDO SU GESU’

“Corriamo con perseveranza nella corsa che ci sta davanti, tenendo fisso lo sguardo su Gesù, colui che dà origine alla fede e la porta a compimento”. Così la lettera agli Ebrei.
La fede paragonata ad una corsa dice bene l’impegno che uno ci mette. La perseveranza dice bene di una fede che tiene sulle lunghe distanze. Tenere lo sguardo su Gesù dice bene qual è il motivo per cui viviamo in un modo piuttosto che in un altro: è Cristo.


Ma avete notato il paradosso? Da un parte la lettera agli Ebrei che invita ad avere lo sguardo su Gesù, dall’altra il profeta Isaia che profetizza di un Gesù che fa ribrezzo, “davanti al quale ci si copre la faccia”. Allora, dobbiamo guardarlo si o no questo Gesù?


Sì, l’unico Gesù da guardare è quello sulla croce, come lo ha descritto Isaia. Questo e solo questo Gesù è convincente, paradossalmente attraente: un uomo disprezzato, reietto, trafitto, maltrattato come un agnello condotto al macello, eppure si lascia umiliare, non apre la sua bocca, non commette violenza, non inganna nessuno. E’ un volto da contemplare, che ci attira, perché dietro quella maschera di dolore c’è uno che “si è caricato delle nostre sofferenze”. Solo l’amore convince, soprattutto quando non è solo un sentimento, ma il fatto di uno che muore per me e morendo mi salva. Se hai presente questo fatto davanti agli occhi e lo trattieni nel cuore, la corsa della fede arriva perseverante fino in fondo.


A tale proposito si racconta di un giovane monaco che andò a trovare il suo anziano maestro e gli chiese: “Padre mio, spiegami come mai tanti vengono alla vita monastica e tanti tornano indietro?”. Il maestro rispose: “Vedi, succede come quando un cane ha visto la lepre. Si mette a correre dietro la lepre e abbaia forte. Altri cani sentono il cane che abbaia correndo dietro alla lepre, e anch’essi si mettono a correre: sono in tanti che corrono insieme, abbaiando, però uno solo ha visto la lepre, uno solo l’ha segue con gli occhi. Ad un certo punto, uno dopo l’altro, tutti quelli che non hanno visto veramente la lepre e corrono solo perché uno l’ha vista, si stancano, si sfiancano, non ce la fanno più. Colui invece che ha fissato gli occhi sulla meta in maniera personale, arriva fino in fondo e acchiappa la lepre” E diceva: “Vedi anche ai monaci accade così. Soltanto quelli che hanno fissato gli occhi sulla persona di Gesù Cristo crocifisso, arrivano in fondo”. Io aggiungo: questa risposta vale solo per i monaci o anche per noi i cristiani?

Don Marcello

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari