martedì 18 settembre 2012

IL PROTESTANTESIMO

Lutero, che aveva presentato il peccato originale come un
<< monstrum multiceps>>, fu preso in parola Giovanni Giuseppe Von Gorres (+1848), che definì il Protestantesimo << il secondo peccato originale dll’umanità >>. Agitata da un’immanente forza centrifuga, insita nel suo spinto soggettivismo religioso, dalla metà del secolo XVIII accelerò il processo di quella decomposizione, che doveva portarla all’attuale frazionamento in innumerevoli gruppi.
         E’ uno spirito, oppure un’istituzione, il Protestantesimo? E’ ancora irresoluto, per la storia, se il Protestantesimo abbia realmente dato vita ad una Chiesa o, se vuolsi, un coacervo di Ecclesiolae o di sette, oppure ad uno << spirito >> e a un << metodo intellettuale >> determinato dall’individualismo di pensiero e della libertà religiosa soggettivistica.
         Può un privato riformare la Chiesa? Più sostanziale è, invede, l’altra questione se << la Chiesa gloriosa e senza macchia >> sia suscettibile di riforma da parte di uomini, qualunque e senza nessun magistero docente, fuori della egida del suo Primate. I protestanti pseudoriformatori, a un dato momento, rivendicarono per sè siffatto mandato.
         Si può dire che oggi abbiamo un Protestantesimo sbizzero, tedesco, anglicano, danese, ecc... : isolati e semisterili frammentati di culti nazionali a scorno dell’ecumene cristiana e dell’evangelico Ordine di Marcia : << Andate in tutto il mondo! >>. Questo intese mostrare, nalle sua << Storia delle Variazioni >>. Bossuet, convinto come, nel protestantesimo, una rivolta mena ad un’ altra, fino allo sbriciolamento d’ogni base spirituale e d’ogni autorità civile, sociale ed economica.
         L’ecclesiastico ed umorista anglicano Gionata Swift (1667-1745) l’autore dei << Viaggi di Gulliver >>,  arcistufo di un siffatto protestantesimo iroso ed anticattolico, ai suoi collerigionali rilevava : A noi è rimasta abbastanza religione per sapersi odiare; non ne abbiamo, però, abbastanza per amarci a vicenda! >>.
         Il protestantesimo è anarchia individualistica applicata alla religione cristiana, al Vangelo ed all’esegesi che lo interpreta. Ne consegue che, col razionalismo, frutto del libero esame, è stata negata la Rivelazione; col Deismo, è stata negata la Redenzione; con la negazione da Giudizio Universale e d’una divina Sanzione, sono state escluse le Buone Opere; con la Giustificazione per fede, è stato negato il valore dell’azione.
         I cattolici, per primi, ravvisarono, in esso, un Cristianesimo senza croce ed un’ Adorazione senza sacrificio. Tolta via la divinità del Cristo ed abolita la Santa Messa, il Cristo si volatilizza in un Magistero senza autorità. Non sorprende se il Vescovo di Magonza, Von Ketleler, chiami il protestantesimo << la crocefissione del popolo Tedesco >> ed il patriottico Cardinale Mercier considera << ossa secche >> i protestanti.
         Perfino creature protestanti hanno, a volta, azzardato giudizzi in tema di Protestantesimo. Eccone due rimasti nella storia: quello dell’arcivescovo Anglicano di Canterburi, William Laud (1573-1645) per cui << non si trattava di riformazione, ma di deformazione>> e l’altro dello spiritoso Decano anglicano Inge, testè defunto, al cui dire << il Protestantesimo sarebbe stato una sciagura domestica della cristianità Occidentale >>. Il libro poi parla delle altre suddivisioni del protestantesimo quali i Valdesi, i Battisti, gli Avventisti del Settimo Giorno, la setta pentecostale.

Emmanuele
Fonte:
Autore: Pietro Chiminelli
Titolo: Protestantesimo e sue pattuglie di punta in Italia
Editrice: Edizioni Paoline

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