mercoledì 23 novembre 2011

I FIGLI DEL REGNO (Mt 3,1-12)


I figli del Regno - che siamo noi - che cosa fanno in situazioni di tristezza e di scoraggiamento? 

Risponde Isaia (I lettura) a un popolo in esilio, quindi deluso e spento. E chiede loro di fare un esercizio di memoria: se Dio vi ha aiutato nel passato, perchè non dovrebbe farlo oggi o comunque in un futuro che lui sa? Dio è fedele a se stesso, alla sue promesse, per cui il suo aiuto è sempre garantito. Solo così ritroverete la gioia perduta.
Proviamo anche noi a scovare nella nostra vita il bene che Dio ci ha fatto e facciamo leva su quello per non perdere la speranza e ritrovare la gioia di andare avanti.
I figli del Regno - che siamo noi - che cosa fanno quando non sanno coniugare vangelo e vita? Risponde Paolo (II lettura) a cristiani che conoscono già il vangelo e tuttavia hanno bisogno di sentirselo ricordare per precisare che il vangelo non è per la testa, ma per la vita. Vale anche per noi precisare che o il vangelo risponde alle domande della vita oppure non serve! Per domande della vita non intendo solo quelle ultime (da devo vengo e dove vado, perché vivo e perché muoio, che senso ha la mia vita), ma anche quelle penultime (cosa c’entra il vangelo con lo studio, il lavoro, il tempo libero, la famiglia, le amicizie, la sessualità).
Proviamo anche noi a risvegliare il vangelo, domandandoci: se Gesù fosse al mio posto cosa penserebbe? Come si comporterebbe? E agire di conseguenza.
I figli del Regno - che siamo noi - che cosa fanno quando si sentono sicuri, perché sono già convertiti? Risponde Giovanni nel vangelo (Mt 3,1-12) ai pii israeliti accorsi al suo battesimo: anche se avete abbracciato la religione giusta, anche voi dovete convertirvi, perchè convertirsi vuol dire “preparate la via del Signore”. Come a dire: stiamo andando incontro al Signore e, allora, cambiamo la nostra vita cristiana da mediocre in una vita cristiana positiva, attiva, utile. Noi giustamente andiamo a Messa la domenica e poi non siamo delinquenti, ladri, assassini, e ci basta. E invece non ci deve bastare. Alziamo la qualità della vita là dove viviamo, spendendo i nostri talenti. Molto hai ricevuto, incomincia a donare. Il capitale che sei tu, si arricchisce spendendolo.

Don Marcello

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