venerdì 14 ottobre 2011

IN CHIESA: PREGHIERA E CARITA’


Dal Vangelo secondo Matteo (21,10-17)
“10Mentre egli entrava in Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: "Chi è costui?". 11E la folla rispondeva: "Questi è il profeta Gesù, da Nàzaret di Galilea". 12Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 13e disse loro: "Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri". 14Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. 15Ma i capi dei sacerdoti e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che acclamavano nel tempio: "Osanna al figlio di Davide!", si sdegnarono, 16e gli dissero: "Non senti quello che dicono costoro?". Gesù rispose loro: "Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattantihai tratto per te una lode?". 17Li lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte”.

Nel giorno della dedicazione del Duomo di Milano la liturgia ci presenta questo vangelo con l’intento di farci capire che ciò che si fa in chiesa la domenica lo si deve vivere poi nella vita di tutti i giorni.
La chiesa è chiamata da Gesù “casa di preghiera”. Questa sua identità non possiamo sconfessarla con le chiacchiere o con celebrazioni-spettacolo. Lì mi raccolgo e da solo e con la comunità prego, ascolto, canto, con la preoccupazione di custodire quel momento di grazia, certo di incontrare il Signore.
La chiesa è anche luogo di carità: “Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì”. Anche noi durante la Messa compiamo gesti di carità: lo stare vicini dice la consapevolezza di essere famiglia; scambiarsi la pace dice la voglia di riconciliazione; dare la nostra offerta in denaro dice il senso di responsabilità nei confronti dei bisogni della chiesa, la casa di tutti; soprattutto fare la comunione (potendo), dice la consapevolezza che è dall’Eucaristia che si attinge la forza della carità.
Dalla chiesa poi parti con una forza non è più tua ma di Dio, e non c’è alcun ostacolo che ti possa fermare. E’ la forza della Parola ascoltata, è la forza dell’Eucaristia mangiata. Provare per credere.

Don Marcello

1 commento:

  1. Iniziare la nostra giornata...con la forza e la carica che può dare la Messa può rappresentare quel di più che spesso sentiamo ci manca. Ogni giorno dovrebbe cominciare con l'abbraccio del Signore...andiamogli incontro.

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