Dal Vangelo secondo
Matteo (21,10-17)
“10Mentre egli entrava in
Gerusalemme, tutta la città fu presa da agitazione e diceva: "Chi è
costui?". 11E la folla rispondeva: "Questi è il profeta
Gesù, da Nàzaret di Galilea". 12Gesù
entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano;
rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe 13e
disse loro: "Sta scritto: La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi
invece ne fate un covo di ladri". 14Gli si avvicinarono nel
tempio ciechi e storpi, ed egli li guarì. 15Ma i capi dei sacerdoti
e gli scribi, vedendo le meraviglie che aveva fatto e i fanciulli che
acclamavano nel tempio: "Osanna al figlio di Davide!", si sdegnarono,
16e
gli dissero: "Non senti quello che dicono costoro?". Gesù rispose
loro: "Sì! Non avete mai letto: Dalla bocca di bambini e di lattantihai
tratto per te una lode?". 17Li
lasciò, uscì fuori dalla città, verso Betània, e là trascorse la notte”.
Nel giorno della dedicazione del Duomo di Milano la liturgia ci presenta questo vangelo con l’intento di farci capire che ciò che si fa in chiesa la domenica lo si deve vivere poi nella vita di tutti i giorni.
La chiesa è chiamata da
Gesù “casa di preghiera”. Questa sua identità non possiamo sconfessarla
con le chiacchiere o con celebrazioni-spettacolo. Lì mi raccolgo e da solo e
con la comunità prego, ascolto, canto, con la preoccupazione di custodire quel
momento di grazia, certo di incontrare il Signore.
La chiesa è anche luogo
di carità: “Gli si avvicinarono nel tempio ciechi e storpi, ed egli li
guarì”. Anche noi durante la
Messa compiamo gesti di carità: lo stare vicini dice la
consapevolezza di essere famiglia; scambiarsi la pace dice la voglia di
riconciliazione; dare la nostra offerta in denaro dice il senso di
responsabilità nei confronti dei bisogni della chiesa, la casa di tutti; soprattutto
fare la comunione (potendo), dice la consapevolezza che è dall’Eucaristia che
si attinge la forza della carità.
Dalla chiesa poi parti
con una forza non è più tua ma di Dio, e non c’è alcun ostacolo che ti possa
fermare. E’ la forza della Parola ascoltata, è la forza dell’Eucaristia
mangiata. Provare per credere.
Don Marcello
Iniziare la nostra giornata...con la forza e la carica che può dare la Messa può rappresentare quel di più che spesso sentiamo ci manca. Ogni giorno dovrebbe cominciare con l'abbraccio del Signore...andiamogli incontro.
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