domenica 21 novembre 2021

LE DOMANDE DI FONDO. Parte 3


Ecco la terza parte della lettera "Le domande di fondo"

Dal Quaderno di Lavoro "Amati e Chiamati. <<Renditi umile, forte e robusto>>", del Movimento Salesiano.

            E' inutile che ci giriamo intorno: il primo e più importante insegnamento che la pandemia ci ha fatto riscoprire è che siamo fragili. Anche nel tempo della scienza e della tecnica siamo assai vulnerabili. L'idea di un uomo libero, padrone di sé, attore unico della propria vita, autonomo e autoreferenziale si è sgretolata in questi ultimi due anni. Non siamo inattaccabili, né onnipotenti, né invulnerabili, né immortali.

            La fede - sostenuta e confermata in questo da una retta ragione - da sempre afferma con realismo che siamo creature piccole e limitate, deboli ed esposte, perfino misere, destinate a perire. E' la lezione della finitezza umana, tanto universale quanto dimenticata. Riconciliarci con la nostra reale umanità potrebbe effettivamente essere il primo frutto buono di questa terribile pandemia.


La fede, la quale afferma che abbiamo dignità solamente nel legame con il nostro creatore, ha ragione anche questa volta. La nostra grandezza stà nell'alleanza con Dio e tra di noi: con la solidarietà, sia verticale che orizzontale. In sintesi, direbbe Papa Francesco, nel riconoscersi "tutti fratelli" e nel riconoscere Dio stesso come nostro fratello.

La fede ci dice ancora che sarebbe una sciagura non far tesoro degli eventi della storia, dimenticando ciò che è accaduto. Saremmo ingrati soprattutto verso coloro che ci hanno lasciato in questi ultimi mesi se non li ricordassimo con affetto e gratitudine. La preghiera di intercessione per i defunti e la capacità di diventare sapienti di fronte all'evento della morte sono dinamiche che in questo tempo siamo chiamati a riscoprire in tutta la loro bontà, forza e potenza.

            Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari, tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca ... ci siamo tutti. Come quei discepoli, che parlano a una sola voce e nell'angoscia dicono: <<Siamo perduti>>, così anche noi ci siamo accorti che non possiamo andare avanti ciascuno per conto suo, ma solo insieme.

            Le parole del giovane venuto dall'altra parte del mondo, che ci invitano a salire sulla stessa canoa per cercare un mondo migliore, e le parole del Papa venuto anche lui dall'altra parte del mondo, che ci invitano a smetterla di andare avanti per conto nostro, sono un rinnovato invito e una forte spinta a camminare insieme.

            Siamo tutti sulla stessa barca, fragili e disorientati, chiamati a fare squadra, a remare insieme, a confortarci e sostenerci. E poi anche impegnati a svegliare il Signore della natura e della storia, perché senza di Lui davvero non si va da nessuna parte.

            L'amore che Dio ha per noi include necessariamente anche la chiamata a essere suoi amici, collaboratori e corresponsabili. Non è un amore unilaterale quello del Dio di Gesù Cristo, ma una dedizione che cerca accoglienza, reciprocità, fecondità. Un amore che non ci vuole meri e passivi destinatari, ma che ci ravviva e ci riattiva. Effettivamente, come disse Papa Francesco, <<questa è la certezza di fondo: Dio ama ciascuno e a ciascuno rivolge personalmente una chiamata. E' un dono che, quando lo si scopre, riempie di gioia (Mt 13,44-46). Siatene certi: Dio ha fiducia in voi, vi ama e vi chiama>> .

            Infine vorrei trasmetterti questo insegnamento che anch'io ho ricevuto a mia volta: in conseguenza del battesimo cristiano che abbiamo ricevuto, non basta dire "io non faccio del male", ma bisogna anche "fare del bene".

FONTE: Titolo: Amati e Chiamati; Autore: don Rossano Sala; Editore: ELLEDICI

Nessun commento:

Posta un commento

Post più popolari