Che cosa fare allora?
Come
mai ci sono questi e altri argomenti su cui la discussione pubblica risulta
impedita? Perché non si può dissentire dal <<pensiero unico>> senza
venire perciò messi sotto accusa, senza venire quasi criminalizzati? Sono
queste domande che occorre cominciare a farsi.
Per
il <<pensiero unico>> chi non accetta ciò che è
"corretto" diviene per definizione "scorretto"; e chi è
scorretto non merita un pieno riconoscimento sociale. Perciò, come si è visto,
si rifiuta il dialogo con gli scorretti, si toglie loro il credito sociale, li
si scredita appunto. Ne derivano una società sotto tutela e una democrazia
sfrenata.
Con
quale autorità - ci domandiamo - ci si arroga il diritto di decidere ciò che è
corretto e ciò che è scorretto? Questa sicurezza censoria nasce probabilmente
dalla presunzione di conoscere quale sia e quale debba essere l'uomo del XXI
secolo; e il ritratto che ne risulta è quello di un individualista libertario
però solidale, permissivo però moralista, tollerante però rigorista,
relativista però dialogico, ecologico però tecnologico, democratico però
autoritario. Insomma un soggetto scomposto e ampiamente contraddittorio, che
assembla a modo suo alcune residue certezze della cultura occidentale e le
vuole imporre a tutti ad ogni costo. E perciò prende di mira in primo luogo chi
invece fa appello alla persona reale, alla comunità naturale, alla nazionalità
concreta, alla religiosità sostanziale, cioè a ciò che è fondamentale per la
convivenza umana.
E'
una situazione da cui occorre emanciparsi al più presto. Tenuto conto della
pressione psicologica della mentalità comune, nonché della visione ddelle cose
imposta dai media più forti e più diffusi, si tratta senza dubbio di una
difficile impresa. Tuttavia non di un'impresa disperata, se si ricercano o
rispettivamente si promuovono esperienze di:
- incontro con realtà comunitarie, che aiutino i singoli a sottraesi al risucchio
individualista; nelle quali le parole possano diventare esperienza e quindi
facciano crescere l'interesse per la vita storica e la convinzione circa il
senso umano del vivere e della società.
- incontro con casi esemplari di realtà positiva.
- formazione personalizzata dell'intelligenza, orientata a ovviare
all'attuale "vuoto di pensiero" e a far rinascere la capacità di
elaborare giudizzi e di prendere la parola sulle provocazioni della cronaca, su
linguaggi, fatti, situazioni; sull'idea stessa di libertà e di società; e così
via.
- volontà di essere protagonisti in un mondo che chiede conformismo a tutti e
non offre rifugi neutrali a nessuno; e che perciò esige vigilanza personale,
disponibilità al sacrificio, impegno condiviso.
I NONNI 2.0
PS:
Questa lettera vuole essere uno spunto per una discussione e un approfondimento
con i nostri nipoti ed i loro amici, partendo dall'ascolto delle loro
esperienze e dei loro pensieri a riguardo.
Milano,
18 gennaio 2020.
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