mercoledì 8 febbraio 2017

IL CRISTIANO E' MISSIONARIO




            Dobbiamo leggere studiare ed approfondire gli argomenti religiosi per farci culturalmente preparati, ma anche essere testimoni di fede. Attenzione ai concetti, essi vanno scoperti e bisogna impararne il significato. Essi vanno meditati, approfonditi e divulgati. In una parola: fare EVANGELIZZAZIONE.

Da una citazione posta al termine del libro-intervista di Seewald:
            <<È palese che i nostri principi non coincidono più con quelli della cultura moderna, che la struttura fondamentale cristiana non è più determinante. Oggi prevale una cultura positivista e agnostica che si mostra sempre più intollerante verso il cristianesimo. La società occidentale, quindi, in ogni caso in Europa, non sarà una società cristiana e, a maggior ragione, i credenti dovranno sforzarsi di continuare a plasmare e sostenere la coscienza dei valori e della vita. Sarà importante una testimonianza di fede più decisa delle singole comunità e Chiese locali. Avranno una maggiore responsabilità>>

Una minoranza missionaria

            La citazione ci dice molte cose. Intanto che i cristiani sono diventati una minoranza all'interno di un mondo culturalmente diverso e ostile. Ciò comporta, di conseguenza, l'assunzione di un atteggiamento non più soltanto difensivo, come se ci fosse una civiltà da difendere, ma soprattutto missionario, perché, come già aveva scritto Papa Pio XII (1939-1958), <<è tutto un mondo, che occorre rifare dalle fondamenta, che bisogna trasformare da selvatico in umano, da umano in divino, vale a dire secondo il cuore di Dio>>.

È l'essenza della <<nuova evangelizzazione>> , con due avvertenze.
            Prima. Bisogna assumere lo spirito di chi propone qualcosa che l'interlocutore non condivide o non conosce. Se soltanto non conosce, l'atteggiamento di chi propone dev'essere ancora più semplice, umile, quasi dimesso, cioè tener conto delle difficoltà in cui si trova la persona che ha davanti. Se invece non soltanto non conosce, ma proprio non condivide, allora siamo di fronte a qualcuno che avrà resistenze culturali, spesso dovere propria versione. In questo caso bisogna conoscere bene l'ideologia che professa, perché non avremo a che fare con l'ignoranza, ma anche con una contrapposizione deliberata e, in un certo senso, motivata. Quindi, nel primo caso si tratta soprattutto di proporre il Vangelo, come premessa alla catechesi e poi alla formazione culturale, mentre, nel secondo, serve un po' di apologetica, nella misura in cui abbiamo a che fare con idee avverse.

            Seconda. L'importanza della testimonianza. Come diceva il beato Paolo VI (1963-1978), <<l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri o se ascolta i maestri, lo fa perché sono dei testimoni>>. Ma per insegnare può bastare studiare, per testimoniare bisogna cambiare vita e per convertirsi bisogna pregare. E la grazia che fa diventare feconda la semina.

FONTE: Rivista Cristianità

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