mercoledì 11 settembre 2019

IL MALE FA MALE


Il male fa male. E voi direte : << Bella scoperta ! Lo so anch'io ! >>. Ma andiamo un po più in profondità. 

            A volte, si vivono certe situazioni difficili delle quali  se ne fa l'esperienza. Queste situazioni ci fanno maturare e ci insegnano. Diventano autentiche scuole di vita se sappiamo coglierne l'insegnamento. E' utile capire bene fino in fondo come funzionano. Capirne i risvolti pratici, i trabocchetti, le insidie, e gli errori che commettiamo in queste stesse situazioni.


            A volte certe esperienze fanno male e bisogna starne alla larga se possibile. Il male lascia i segni nella nostra anima, nella psiche e nel cuore. L'esperienza di un male fatto o ricevuto serve per non ricadere più nello stesso errore. Dal male bisogna trarre il bene. Questa è una sfida da cogliere. Poi c'è il rischio di cadere in esaurimento, nella tristezza, nella stanchezza, nella depressione, e qui farebbe bene avere qualche persona che ci sostenga, che ci aiuti, anche cercandolo, un confessore magari, o un amico. Qualche buon anima che il buon Dio ci pone vicino. Ma soprattutto come andranno le cose dipende anche da noi, dalle nostre risorse interiori da tirare fuori, dalla nostra volontà che potrebbe indebolirsi.

            Fattane l'esperienza possiamo darne, successivamente, e se ne capita l'occasione, testimonianza al nostro prossimo, per aiutarlo a non caderne dentro o ad uscirne.
           
            Mai rispondere al male con altro male. Al male bisogna rispondere solo col bene, se no, si crea una catena che non finisce più. Il perdono spezza la catena del male e della vendetta. Il perdono contraddistingue il cristiano. L'Amore di Gesù, per noi, brucia ogni male se ci pentiamo.

Emmanuele


Dalla Salvifici doloris. Lettera Apostolica sul senso cristiano della sofferenza umana.

            L'apostolo Paolo parla di valore salvifico della sofferenza. La sofferenza sembra essere quasi inseparabile dall'esistenza terrena dell'uomo. La duplice dimensione dell'uomo, e cioè il corpo e lo spirito, sono soggetti alla sofferenza. La sofferenza morale, psichica o spirituale, può diventare somatica cioè fisica. La sofferenza ha carattere di prova. La pena-sofferenza ha valore educativo. La sofferenza che è sempre una prova, porta verso la maturità spirituale.

            La via che porta al Regno dei cieli è << stretta ed angusta >>, e Cristo la contrappone alla via << larga e spaziosa >>, che peraltro << conduce alla perdizione >>.

            Il programma messianico di Cristo, che è insieme il programma del Regno di Dio, ci dice che la sofferenza è presente nel mondo per sprigionare amore, per far nascere opere di amore verso il prossimo, per trasformare tutta la civiltà umana nella << civiltà dell'amore >>. Cristo ha insegnato all'uomo a far del bene a chi soffre. In questo duplice aspetto egli ha svelato fino in fondo il senso della sofferenza.

FONTE : Autore: Giovanni Paolo II; Edizioni Paoline


Dal libretto: "Che cosa ha detto Papa Giovanni Paolo II sulla sofferenza"

Il senso della sofferenza alla luce della fede.

            La sofferenza fisica si verifica quando in qualsiasi modo <<duole il corpo>>, mentre la sofferenza morale è << dolore dell'anima >>. La Sacra Scrittura è un grande libro sulla sofferenza.

Che cosa è il male?

            Questo interrogativo sembra, in un certo senso, inseparabile dal tema della sofferenza. L'uomo soffre a causa del male, che è una certa mancanza, limitazione o distorsione del bene. Si potrebbe dire che l'uomo soffre a motivo di un bene al quale egli non partecipa, dal quale viene, in un certo senso, tagliato fuori, o del quale egli stesso si è privato. Soffre in particolare quando << dovrebbe >> aver parte, nell'ordine normale delle cose, a questo bene, e non l'ha. Così dunque nel concetto cristiano la realtà della sofferenza si spiega per mezzo del male, che è sempre, in qualche modo, in riferimento a un bene.

            Questa è la descrizione del male data da Giovanni Paolo II. E' un po complessa e per capirla bene andrebbe letta e riletta un paio di volte.

            Il male morale si distingue da quello fisico prima di tutto per il fatto che comporta una colpevolezza, perché dipende dalla libera volontà dell'uomo, ed è sempre un male di natura spirituale.

            Ma se si tratta del male morale, cioè del peccato e della colpa nelle loro diverse forme e conseguenze anche nell'ordine fisico, Dio non vuole, decisamente e assolutamente, questo male. Il male morale è radicalmente contrario alla volontà di Dio.

            Infine Cristo dà un nuovo senso alla sofferenza nella quale c'è una dignità e gioia nel sopportarla.

FONTE : Autore: Giovanni Paolo II; Edizioni Paoline

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